Sostenibilità ambientale e giustizia sociale: Intervista alla Prof.ssa Ekaterina Domorenok
Professoressa Domorenok, lei di cosa si occupa?
Sono studiosa di politiche pubbliche e mi occupo principalmente delle politiche per la sostenibilità e la lotta al cambiamento climatico. Tra gli aspetti che mi interessano in particolare vi sono i processi politico-decisionali nei sistemi multilivello e l’approccio integrato nelle politiche pubbliche. Il bilanciamento degli obiettivi ecologici e sociali nell’ambito degli interventi per la transizione ecologica è uno dei temi centrali della mia attuale agenda di ricerca.
Che cos’è l’OSES e come nasce?
L’Osservatorio su sostenibilità, eguaglianza e giustizia sociale (OSES) nasce dalla volontà di consolidare e valorizzare un insieme di collaborazioni che si sono sviluppate negli anni passati tra alcuni studiosi e studiose dell’Ateneo patavino intorno al tema della sostenibilità. Insieme al collega Paolo Graziano (co-direttore dell’OSES), abbiamo cercato di unire competenze politologiche, economiche, tecniche, sociologiche e giuridiche, invitando a partecipare all’osservatorio Maria Stella Righettini, che si occupa delle politiche per la sostenibilità, l’energia e il cibo, Igor Guardiancich, studioso della politica economica comparata e delle politiche sociali, Paola Degani, esperta delle politiche per l’uguaglianza e la parità di genere, Eleonora Di Maria e Valentina De Marchi, che hanno curato numerose ricerche sulle innovazioni ambientali e la sostenibilità di imprese, Bernardo Cortese, esperto di aspetti giuridici nell’ambito energetico e dell’economia circolare, Giorgio Osti e Francesca Setiffi, che studiano la sostenibilità sotto il profilo sociologico, comprensivo degli aspetti partecipativi e comportamentali, Arturo Lorenzoni che si occupa del settore energetico in una prospettiva tecnico-economica. È stato istituito, inoltre, un Comitato Scientifico Internazionale, a cui partecipano studiosi e studiose che analizzano le diverse sfaccettature della sostenibilità a livello europeo e globale.
Che obiettivi si pone il progetto?
Oltre a condurre indagini di carattere scientifico che privilegiano un approccio critico e comparato, l’OSES si propone quale luogo di confronto tra ricercatori, decisori politici, amministratori e società civile, principalmente intorno ai seguenti tre aspetti: il collegamento tra gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) fissati a livello internazionale e le politiche di sviluppo locale; l’integrazione delle politiche allo scopo di assicurare un bilanciamento di priorità economiche, sociali e ambientali; il nesso tra le politiche e le pratiche per la sostenibilità.
La Transizione Energetica è una sfida non solo ambientale ma anche economica, sociale e amministrativa. Come si conciliano tutti questi aspetti?
È difficile sintetizzare – senza correre il rischio di banalizzare – la complessità delle sfide legate alla sostenibilità e, nello specifico, alla transizione energetica. Basti pensare ad alcuni esempi che sono sotto gli occhi di tutti. Il recente aumento delle bollette elettrica e del gas, dovuto, tra gli altri fattori, all’aumento del costo del gas naturale e all’aumento dei prezzi dei permessi di emissione di CO2 nell’ambito del Sistema di scambio di quote dell’UE, ha colpito i ceti meno abbienti, creando al tempo stesso una forte pressione sul settore produttivo, già in sofferenza a causa dalla crisi pandemica. Alle sfide economiche della transizione energetica si aggiunge la necessità di consistenti investimenti nell’innovazione tecnologica che, per essere pienamente efficaci, dovrebbero essere accompagnati da misure sociali volte all’adeguamento del mercato del lavoro e del sistema di istruzione e della formazione professionale. Ecco che emerge chiaramente il nesso tra la dimensione ecologica, che vuole diminuire l’impatto ambientale della produzione e del consumo dell’energia, quella economica, che è chiamata a creare un efficace sistema di incentivi, e quella sociale, che garantisce i diritti e previene disuguaglianze. Va da sé che le istituzioni politiche e le pubbliche amministrazioni giocano un ruolo centrale nel bilanciamento degli obiettivi trasversali alle suddette tre dimensioni, come quello della transizione ecologica, avendo il compito di massimizzare sinergie, compensare squilibri ed evitare conflitti. Non è un caso che azioni volte al rafforzamento della capacità amministrativa siano al centro delle riforme avviate nell’ambito del Piano Nazionale per la Ripresa e Resilienza (PNRR), il cui scopo è mettere in pratica la strategia europea per la ripresa economica, rendendo l’economia e la società del paese più sostenibili, resilienti e preparate alle sfide e alle opportunità della transizione ecologica.